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Aziende Esposte al Rischio Rumore

L’elevata differenziazione delle tipologie di attività professionali consente, per alcune di esse, di non dover ricorrere a misurazioni acustiche, qualora sia possibile appurare che i livelli di esposizione personali al rumore (LEP) non siano maggiori di 80 dB(A).

Secondo quanto riportato nell’allegato della Circolare 45/92 della Regione Lazio, le aziende interessate alla valutazione senza misure sono: gli uffici (con uso di fotocopiatrici fino a 60 copie al minuto e macchine da scrivere elettriche e personal computer con stampante fino a 4 contemporaneamente), le attività commerciali con attrezzature da ufficio e registratori di cassa, i ristoranti, le cucine di comunità (esclusa la preparazione industriale dei pasti), le lavanderie a secco artigianali, le tipografie con macchine tipo-lito con velocità di stampa fino a 6000 copie/ora (massimo 3 macchine e con esclusione delle confezionatrici pneumatiche), parrucchieri ed estetisti, elettrauto e officine di riparazione auto (con uso della svitatrice pneumatica inferiore a 15 minuti al giorno) e autotrasporti con automezzi e trattrici recenti.

Invece, le attività caratterizzate generalmente da LEP superiori a 80 dB(A), per le quali ricorre l’obbligo della misurazione strumentale, sono prevalentemente concentrate nei settori: abbigliamento, agricoltura, agroalimentare, ceramica e vetro, chimica, metalmeccanica ed edilizia.
Quest’ultimo ambito, in particolare, prevede varie attività che possono sottoporre i lavoratori a un’elevata esposizione al rumore: carpenteria, costruzioni edili, muratura, costruzione prefabbricati, lavorazione terracotta in fornaci, lavori stradali, levigazione, lavorazione marmi e lapidei, pavimentazione, piastrellamento, perforazioni suolo e pozzi.

Per stimare il superamento degli 80 dB(A) di LEP, il datore di lavoro può basarsi su principi, da inserire nel Rapporto di Valutazione, quali: risultati di misurazioni (anche occasionali), presenza di specifiche acustiche dei macchinari utilizzati, comparazioni con situazioni simili, letteratura disponibile ed evidente assenza di significative fonti di rumorosità.
I datori di lavoro sono, pertanto, chiamati a servirsi dei criteri sopra citati, considerando le peculiarità del caso (es.: concentrazione e manutenzione di macchine/lavorazioni ed eco dell’ambiente) tali da incidere sul livello finale dell’esposizione al rumore.
È opportuno, quindi, che ogni datore di lavoro si accerti della necessità di effettuare, nella propria azienda, una misurazione strumentale del rumore, al fine di adempiere gli obblighi di legge in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81 del 2008).