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Secondo quanto previsto dall’articolo 181 del D.Lgs. 81/08, infatti, il datore di lavoro deve valutare, così come per gli altri rischi, l’esposizione dei lavoratori al rumore, prendendo in considerazione una serie di criteri riportati nell’articolo 190 del suddetto decreto: livello, tipo e durata dell’esposizione, effetti diretti e indiretti del rumore sulla salute, caratteristiche delle attrezzature impiegate, informazioni riguardanti la sorveglianza sanitaria e la necessità di dispositivi di protezione dell’udito.
Alla luce della situazione riscontrata in azienda, il titolare è tenuto a eliminare i rischi alla fonte o a ridurli il più possibile, predisponendo le misure di prevenzione e protezione contenute nell’articolo 192 del decreto oppure, qualora questo non sia sufficiente, fornendo dispositivi di protezione individuali per l’udito (art. 193) conformi alle disposizioni contenute nel Titolo III, Capo II.
Il datore di lavoro, inoltre, è obbligato (articolo 196 del D.Lgs. 81/08) a sottoporre a sorveglianza sanitaria i lavoratori la cui esposizione al rumore ecceda i valori superiori di azione.
Per adempiere gli obblighi di legge sopra descritti è importante che l’imprenditore abbia una chiara visione dei suoi doveri e che conosca gli strumenti a sua disposizione. In questo contesto è determinante poter affidarsi alla consulenza di esperti che possano guidare il datore di lavoro nelle varie attività da svolgere.
Poter contare su professionisti competenti in materia permette non solo di salvaguardare la salute dei propri collaboratori (evitando, tra l’altro, costi derivanti da malattie professionali), ma anche scongiurare la possibilità di incorrere in sanzioni per un’inadeguata o parziale osservanza delle norme.