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La prenvezione del rischio rumore, in una campagna EU-OSHA

Bar, scuole, sale per concerti, call center. Anche per questi luoghi di lavoro esiste il rischio rumore per i lavoratori, e anche per questi luoghi vige l’obbligo di una corretta valutazione nel DVR.

Molti sono gli ambienti di lavoro e di vita capaci di esporre persone e dipendenti a rischi che possono coinvolgere l’apparato uditivo. Alcuni, e magari meno immediati e noti li abbiamo appena citati, gli altri sono di facile immaginazione: cantieri, industrie, quindi settori come l’edilizia e il manifatturiero.

Qualche anno fa l’EU-OSHA, Agenzia Europea per la salute e la sicurezza sul lavo ha dedicato al rischio rumore una lunga campagna chiamata Stop that noise, nella quale invitava i cittadini, i lavoratori europei, le aziende a riflettere e a porre in essere attività e politiche preventive. La campagna e il sito di riferimento sono datati a sette anni fa, ma sulle sue pagine ancora online è possibile reperire materiale informativo, dati, consigli utili ancora oggi, che sarebbe comunque un bene leggere.

In queste pagine EU-OSHA segnala per esempio come all’epoca della rilevazione del dato il 20% dei lavoratori in Europa parlasse a voce alta per la metà della propria giornata di lavoro. Con il 7% dei lavoratori affetto da ipoacusia ovvero dalla patologia che comporta la riduzione della capacità uditiva.

Rischi frequenti quindi e cause tangibili. Tra le altre patologie che l’eccessivo rumore può comportare troviamo cambiamenti fisiologici come l’aumento di adrenalina, disturbi cardiovascolari, senza trascurare stress lavoro correlato.

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